DON GIOVANNI alla Scala nella regia di Robert Carsen

31 dicembre 2011

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Il Don Giovanni è una delle opere che più mi affascinano non solo per la musica di eccezionale bellezza, ma anche per il tema dell’ambiguità, che mette a confronto il bene con il male, dandone una possibile e irrisolta interpretazione. Come Prometeo, che ha rubato il fuoco agli dei, commettendo empietà, e aprendo all’umanità il progresso, don Giovanni viola le regole non scritte di una società bigotta, ne fa risaltare l’ipocrisia rivelando, con un comportamento giudicato immorale e scellerato, un nuovo modo, più genuino, di concepire i rapporti interumani. Si dice che don Giovanni approfitti della debolezza femminile considerando e utilizzando le donne come semplici oggetti di piacere: certamente questo appare vero, ma nel contempo offre alle donne, travolte da una logica libertina, la possibilità di una riflessione sul loro stato e quindi di una ribellione contro una società perbenista e totalmente dominata dal sesso maschile.

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IL RITORNO DI ULISSE IN PATRIA ALLA SCALA NELLA REGIA DI ROBERT WILSON

1 ottobre 2011

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Venerdì sera, dopo aver visto alla Scala Il ritorno di Ulisse in patria, diretto da Alessandrini con la regia di Wilson, devo dire la verità, sono rimasto alquanto deluso. Questo direttore e questo regista avevano diretto nel 2009, sempre alla Scala, l’Orfeo. In quella occasione mi avevano ampiamente convinto, come scrissi facendo un commento alla rappresentazione sul blog. L’Orfeo è un’opera che si immerge nel mito dell’antica Grecia e ne trasferisce sulla scena la sacralità. La rappresentazione scaligera, allora, ne seppe cogliere gli aspetti drammaturgici fondamentali. Ben diversa è la struttura del Ritorno di Ulisse in patria. Siamo sempre nell’atmosfera del dramma mitologico dell’antica Grecia, ma qui l’aspetto drammaturgico si sviluppa in modo più aperto, meno legato alla sacralità e più al racconto degli eventi. Gli oltre trent’anni che intercorrono fra le due composizioni (1609 vs 1640) hanno contribuito certamente a rimarcarne le differenze, introducendo nella seconda aspetti barocchi che preludono allo sviluppo successivo dell’opera seria.

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Il rapporto tra politica e giustizia. Editoriale di Emanuele Macaluso su “Il nuovo Riformista” del 22/7/2011

24 luglio 2011

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Emanuele Macaluso termina il suo editoriale  con queste parole, riferendosi in particolare all’inchiesta della magistratura su Penati: “Nel PD certi fenomeni, già sanzionati dalla magistratura, certi comportamenti politico-elettorali-scorretti da parte di esponenti del partito, che origine e spiegazione hanno? Quali sono le regole che vigono nella vita interna e nel rapporto con la società? La reazione di Penati è formalmente corretta, ma politicamente reticente. Insomma, se il PD non guarda a questi fenomeni con le lenti della politica, sbaglia. Ci sono fatti giudiziari che hanno una rilevanza politica, solo politica. Se non si interviene in questa direzione, ancora una volta il rapporto tra politica e giustizia si deforma. Ma, come negli anni Novanta, per responsabilità primaria della politica.”

 Mi pare che quello che dice Macaluso debba essere letto in questo modo: fermo restando che il giudizio su Penati dal punto di vista giudiziario è quello che si deve ad ogni indagato, cioè “innocente” fino ad emissione di una condanna definitiva, gli eventi che gli girano attorno (corruzione, concussione, finanziamento illecito in concomitanza con cariche pubbliche coperte da uomini del PD, etc.) devono essere indagati, chiariti, portati a conoscenza dell’opinione pubblica dagli stessi organi dirigenti del partito. Schierarsi dietro “passi indietro” o garantismi indirizzati alle responsabilità di singole persone è sbagliato, non è ammissibile. Il Partito chiarisca, e porti alla luce, e se emergono illegalità, esprima condanna senza mezzi termini, se non alla persona indagata, almeno ai fatti e all’eventuale coinvolgimento di dirigenti del partito. Questo anche per rispetto agli elettori e ai militanti.

LA DONNA DI SABBIA di Kôbô Abe

22 maggio 2011

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Non conoscevo il romanzo, e tantomeno lo scrittore. Non ho molta familiarità con gli scrittori giapponesi, ma una certa curiosità sì. Per questo mi sono accinto a leggere questo libro che mi è stato gentilmente regalato e segnalato con entusiasmo. La lettura mi ha preso quasi subito, e man mano che procedevo sono stato sempre più avvinto, fino alla fine, quando mi sono reso conto di avere letto uno dei libri più belli della mia esperienza.

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L’HOSPICE DI PIACEZA Prossima inaugurazione

21 maggio 2011

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Il 31 maggio si inaugura l’Hospice di Piacenza. La sezione di Piacenza della LILT da oltre 10 anni si sta battendo affinché anche a Piacenza venga realizzata questa importantissima struttura. Si tratta di 15 stanze, più una stanza pediatrica, per accogliere pazienti affetti da patologie gravissime che compromettono l’autonomia della persona.

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