LA STAGIONE SCALIGERA 2010-2011: alcune osservazioni

24 agosto 2010

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Confesso che qualche perplessità su questa stagione non mi è mancata. L’opera inaugurale del 7 dicembre è Die Walküre, con la direzione di Daniel Barenboim e la regia di Guy Cassiers. E questo è comprensibile, in quanto fa parte del progetto di rappresentare per intero la tetralogia wagneriana, sotto la stessa direzione e con la stessa regia, sia pure diluita in tre stagioni (la stagione scorsa è stata la volta della rappresentazione di Das Rheingold; Siegfried e Götterdämmerung verranno rappresentate nella stagione del 2011-2012).

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In margine alla lettura del romanzo di Pavolini: qualche considerazione sul 29 aprile 1945

21 agosto 2010

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Al di là del romanzo che ha stimolato in me alcune riflessioni sulla storia nazionale durante il regime fascista, credo che sia giusto esprimere alcune considerazioni relativamente agli eventi che ne hanno definitivamente sanzionato la fine:

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ACCANTO ALLA TIGRE, di Lorenzo Pavolini

16 agosto 2010

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Per uno della mia generazione che ha vissuto in età ancora infantile (sono nato nel 1935) gli ultimi momenti del regime fascista e la breve vita della Repubblica Sociale Italiana, “fascismo” è sempre stato, senza discussioni, sinonimo di periodo oscuro della storia italiana, di dittatura imposta, di ideologia perversa. L’accusa di “fascista” è sempre stata un’accusa che più che insulto, voleva significare disprezzo. Fascista era definita una persona che cercava di imporre la propria volontà agli altri, pur essendo priva di idee.

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SONO COMUNI LE COSE DEGLI AMICI, di Matteo Nucci

7 agosto 2010

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È il racconto di una frattura nella vita di Lorenzo: egli ripudia la moglie, Cristina, per intraprendere una relazione con Sara, la donna del suo amico d’infanzia. Il racconto si articola in tre parti, che potrebbero anche essere i tre momenti più significativi nei quali Lorenzo vive questa frattura.

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CANALE MUSSOLINI, di Antonio Pennacchi

30 luglio 2010

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Si tratta di una saga familiare, i Peruzzi, dei quali l’autore descrive le peripezie nel corso di un quindicennio, dal 1930 al 1945. Il perno del romanzo è la bonifica delle paludi pontine e il loro popolamento, come agro Pontino appunto, da parte di una popolazione immigratavi dall’area veneto-friulana-romagnola.

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