19 luglio 2010
Ero molto incuriosito da questo libro, osannato dalla stampa, dalla TV, dalle critiche in genere, come un romanzo che si proponeva di ricuperare aspetti che in questa società dei consumi e della globalizzazione sembravano svaniti: il mondo operaio, le periferie urbane, la vita come fine a se stessa, la ricerca di momenti di felicità, la valorizzazione dei sentimenti nei rapporti reciproci. Francamente la lettura mi ha profondamente deluso.
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17 luglio 2010
«L’arbitrio di una forza esterna che irrompe con violenza nella vita di un uomo, di un’anima, è il tema ricorrente in quasi ogni mio libro. In Vedi alla voce: amore era il nazismo». Con queste parole David Grossman fornisce la chiave di lettura di un romanzo complesso, di rara intensità, che ha come argomento l’olocausto. Nella prefazione, Paolo Mauri scrive: «L’enorme letteratura sull’Olocausto si può dividere, molto approssimativamente, in due grandi filoni: quello che mostra la Cosa e quello che, la Cosa, la interroga. Nel primo caso l’esibizione (ben diversa dalla fredda documentazione che, per esempio, si può vedere oggi in quelli che furono i lager) è simile alla pornografia. Si mostra l’orrore come si mostra la carne e il lettore si trasforma in un voyeur dell’orrore. […] Il secondo filone, [è] quello che la Cosa la interroga, senza tacerne i dettagli significativi, ma senza sentire il bisogno di mostrarla». In questo filone «la Cosa viene esplorata nella facce della gente, nelle parole: anch’esse così normali da far più orrore di un mostro vero e proprio; viene ricostruita nei ricordi dei superstiti (vittime e assassini), anch’essi così comuni e pieni – parlo delle vittime – di dolore e di lacrime da far pensare: ma come è potuto accadere così normalmente?»
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5 luglio 2010
Un immenso drammaturgo quale Shakespeare ingenera sempre molta polemica a partire dalla biografia… Michelangelo Crollalanza in Sicilia diventa William “shake the speare” (“scuoti la lancia”) a Stratford-upon-Avon? I sonetti di Shakespeare vengono a ingarbugliare ulteriormente l’interrogativo o fanno chiarezza e rendono più chiara la comprensione? Uno spettacolo è in grado di risolvere interrogativi? In Italiano non si può partire bruscamente con questi interrogativi, ma il drammaturgo per eccellenza non lascia scappatoie di alcun genere.
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4 luglio 2010
A distanza di 18 anni, Saramago ritorna sui sacri testi. Nel 1991 col Vangelo secondo Gesù Cristo si è cimentato col Nuovo Testamento. Nel 2009, col suo ultimo libro, Caino, appunto, si è cimentato con l’Antico Testamento. Il romanzo comincia con la creazione di Adamo ed Eva, il paradiso terrestre, il peccato originale, la punizione, la cacciata. Questo potrebbe essere definito una specie di prologo, nel quale intravvediamo la figura di colui che sarà il protagonista occulto del romanzo: Dio. E lo conosciamo non solo come il creatore di tutte le cose, ma anche come un personaggio interessato soprattutto a se stesso, alla perfezione delle proprie opere come metro della propria perfezione. Ma già nella creazione di Adamo ed Eva commette degli errori: si dimentica di dar loro la parola, poi si accorge che manca l’ombelico, e in entrambi i casi corre ai ripari.
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28 giugno 2010
Con la Conferenza stampa, del 17 Giugno 2010 ore 11:30, nella stessa location della rappresentazione a cui interveniva tutto il cast compreso regista, il docente di Storia del Teatro all’Accademia di Belle Arti di Macerata, Prof. Pierfrancesco Giannangeli e il Sindaco di Campello Paolo Pacifici, cominciava a delinearsi e riscoprire un personaggio vissuto a cavallo dei Secoli diciotto e diciannove.
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