8 settembre 2008
Ieri sera ho visto quest’opera buffa di Peter Cornelius. Mi incuriosiva vedere come i tedeschi dell’Ottocento interpretavano il principio dell’Opera comica.
Naturalmente non si può neppure accostare quest’opera ai capolavori buffi dell’opera italiana: né a quelli che l’hanno preceduta, come L’italiana in Algeri, o Il barbiere di Siviglia o La Cenerentola di Rossini, o L’Elisir d’amore e il Don Pasquale di Donizetti; né a quelli che l’hanno seguita, come il Falstaff di Verdi o il Gianni Schicchi di Puccini.
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8 settembre 2008
In questo giorno, l’8 settembre, il giorno più tragico per il nostro popolo, che ha vissuto fino in fondo la tragedia dell’occupazione nazista e delle stragi perpetrate da questo occupante, c’è ancora chi a livello letterario (Giampaolo Pansa), e, quello che più importa anche a livello istituzionale (il ministro della difesa La Russa), parla ancora di guerra civile, mettendo sullo stesso piano gli artefici della resistenza e della lotta di liberazione, i partigiani insomma, e quella sparuta congrega che con nomi diversi, sotto l’egida della repubblica di Salò, si sono prestati a dar man forte all’occupante nazista alla stregua di piccoli e non sempre graditi schiavetti, utili per le operazioni più sporche.
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7 settembre 2008
Confesso che ho fatto molta fatica a leggere questo libro. La trama è francamente banale: una donna, la protagonista, l’io narrante, alla quale volutamente l’autrice non ha voluto attribuire un nome, appartenente alla nobiltà torinese dell’inizio del secolo, accetta un matrimonio combinato. La convivenza col marito si rivela sostanzialmente impossibile, priva di un legame affettivo, priva di interessi comuni al di fuori delle solite frivolezze; si ha quindi la separazione, con la partenza della donna per una fattoria toscana di sua proprietà, e favorita dalla comparsa nel suo orizzonte di un personaggio misterioso del quale la donna s’innamora, anche se i rapporti amorosi fra i due sono sporadici, avvengono a distanza di anni, quasi per caso, con una partecipazione affettiva più sbandierata che non realmente vissuta. La vicenda avrà una conclusione che vorrebbe essere inaspettata, ma a mio modo di vedere abbastanza banale e comunque del tutto improbabile.
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3 settembre 2008
Ermanno Rea è uno scrittore raffinato. Il suo linguaggio è elegante, preciso; le parole sono scelte con cura; le immagini sono vivide; gli eventi sono descritti accuratamente ma anche con il gusto dell’indeterminatezza: le cose accadono, ma forse…
Il libro narra la ricerca da parte di Martino della madre scomparsa in modo misterioso, ma forse neanche tanto misterioso. Martino la cerca, è determinato a trovarla, ma poi, ancora, mica tanto.
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31 agosto 2008
Il primo, bellissimo romanzo di Doris Lessing, scritto a 30 anni, nel 1949, al suo rientro definitivo in Inghilterra dalla Rhodesia del Sud (come allora si chiamava lo Zimbabwe), dove aveva vissuto per 25 anni della sua vita.
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