LA POESIA

LA POESIA
Ricercata: Dolores Haze. Non è più qui.
Labbra scarlatte. Capigliatura: bruna.
Età: cinquemilatrecento dì.
Professione: “stellina” o nessuna.
Dove, Dolores, ti sei rintanata?
Perché ti nascondi? Ritorna!
(Borbotto annebbiato, cammino accecato,
son chiuso in gabbia, ha detto lo storno).
Dove, Dolores, dove scorrazzi?
E di che marca è il tappeto volante?
È per la Cougar che andate pazzi?
In che parcheggio sbaciucchi il tuo amante?
Chi è oggi il tuo eroe, Dolores?
Un superman vestito d’azzurro?
Le baie, le palme, le notti d’amore,
i bar, i barmen, del mare il sussurro…
Quel juke-box, Dolores, mi torce i budelli.
A chi, mentre balli, ti avvinghi?
(In jeans tutti e due, magliette a brandelli,
ed io che spiandovi, ringhio).
Felice il rugoso vecchietto McFatum:
su e giù per gli States con la moglie ninfetta,
strapazza la piccola in ogni Stato
lì dove anche la fauna è protetta.
Di Dolly son folle. Lo sguardo era vair,
e sotto i miei baci restava aperto.
C’era un vecchio profumo: Soleil Vert…
Lei è parigino, mister, di certo.
L’autre soir un air froid d’opéra m’alita:
Son félé – bien fol est qui s’y fie!
Il neige, le décor s’écroule, Lolita!
Lolita, qu’ai-je fait de ta vie?
Io muoio, Lolita, io sono perduto.
Di odio e rimorsi morente
sollevo di nuovo il pugno irsuto,
di nuovo ti odo piangente.
Agente, agente! Eccoli là:
laggiù tra pioggia e bagliore.
Ha bianchi calzini la mia beltà.
Il nome: Haze Dolores.
Agente, agente: quell’auto là!
Dolores Haze con il suo drudo.
Sfodera l’arma, inseguila, va’!
Rotola fuori e fatti scudo.
Ricercata: Dolores Haze.
Grigio-sogno lo sguardo, e sicuro.
Novanta libbre in tutto il suo peso.
Sessanta pollici la sua statura.
La mia Melmoth, Dolly, è vecchia, spossata.
L’ultima tappa è lunga e dura.
Marcirò tra l’erbaccia in un fossato –
e tutto il resto è letteratura.
Vladimir Nabokov (1954)
LOLITA
di Vladimir Nabokov
Vladimir Nabokov, lunedì 8 agosto 2011