POESIA

POESIA
Ho detto ai soldati: «Per oggi riposo,
Per oggi aspettatemi qui.»
E ho preso la strada del monte:
Sito grigio, sito sassoso.
Lo chiamano monte, così,
Perché fu tremendo il salire.
Non c’era vento a lambire
La fronte,
Ma la mitraglia passava di qui.
Grigia terra, deserto salire
Al culmine
E riscendere della pietraia,
Grigio d’erbacce e di ghiaia,
Pietre infrante, rottami, travi,
Come cose finite dal fulmine:
Il mio passo vi cerca la strada.
Son colmi gli scavi
Delle trincere
Rivoltate e sommerse.
Non vedo che schiere
Nel cielo di nuvole perse
Tetre, nere,
Passare, col vento, di là,
Come una gente che vada
Verso l’eternità.
Morti, compagni morti
su l’ascesa della collina,
So come fu, come sarà:
Saliva lenta la china:
Scendeva a saette, scendeva
Terribilmente l’oscurità.
Morti, compagni morti,
So come fu, come sarà:
Le nuvole passano il muto
Cielo. Ha taciuto
La battaglia. Tace coi morti
Il monte
Senza suono, senza terribilità.
Cerco nel monte i morti
Ma i lor visi li cela la terra
Gli occhi nel termine assorti
le facce indurite
Dal martellar della guerra
Facce di gioventù,
Occhi fermi, cari visi,
Nel mondo non ci son più.
Gli sguardi a lontano e i sorrisi,
Dall’anima non salgono più.
Nel monte li mangia la terra
I compagni; la guerra
E’ passata più là.
E sento il cannone che batte;
che batte, che non ristà.
Vorrei parlarvi ed andare
Compatti dietro il cannone
Veder le granate a smontare
Pezzo per pezzo le corone
Delle trincere
Sopra i colli bruciati.
Avervi compagni, beati
Di giovinezza e d’orgoglio.
All’assalto delle trincere
E lungi dal soglio
Dell’opera prese
Altri monti vedere
Altre schiere
Avverse
Altri cieli senza confine
Altro ridente paese.
Non vedo che un velo
Di nuvole perse
Tetre, nere,
Andare col vento nel cielo.
Il soffio dolce e forte
Nel sonno, nella fatica
Soffio della rorida vita
Nel tronco robusto,
È spento. La mano riposa
Senza carne sopra le dita;
La gamba non è dolorosa
D’alcuna ferita.
Riposa la fronte
Sopra l’orbite vuote
Nel buio della terra
E tace il monte
Che vi rinserra.
E inutilmente, o sepolti,
Ricordo e ripenso
E smarrito ogni senso
Nei vostri cuori,
I vostri sogni e i sorrisi
E i dolori
Nel vento dissolti
Morirono là,
Dove segue la vetta
La china; verso il cannone
Che batte e batte, che non ristà.
Carlo Emilio Gadda (Gaddus, 4 luglio 1917)
SUL SAN MICHELE
di Carlo EmilioGadda
Carlo Emilio Gadda, domenica 30 giugno 2019